Per alcune società, sia produttori di stampanti, sia utenti stampatori, il mondo della sublimazione è un’esperienza nuova e relativamente recente. Nel mercato si collezionano affermazioni che spaziano in tutto lo spettro dell’affidabilità, da quelle completamente false a quelle assolutamente vere.

Il presente documento vuole essere una prima raccolta di queste supposte verità. Noi sentiamo spesso questi argomenti, perciò sono come le 'Domande fatte frequentemente'

1. Qualsiasi disquisizione sulla stampa sublimatica parte con questa dichiarazione.: “La stampa sublimatica è meno semplice della stampa UV/Latex. Ci sono più variabili”.

Principalmente sono tre: 

a) la stampa del tessuto

b) la parte sublimazione

c) il finishing.

Ma certo, bisogna anche poter però dire che chi si sbilancia a queste affermazioni non è molto “innovativo”, per dirla in modo un po’ più modaiolo, chi pensa a questa maniera non pensa molto “out of the box” ma ripete e riconosce quale verità inconfutabile quello che si fa da almeno un paio di decine di anni.

Una multinazionale della stampa ha annunciato nel 2019 degli inchiostri altamente innovativi per la stampa sublimatica. Dov’è l’innovazione? Questi inchiostri sono adatti a lavorare sulle testine termiche, qual è il vantaggio per l’utilizzatore? Nessuno, questi inchiostri “innovativi” risolvono un problema del costruttore di stampanti, ma non risolvono nessun problema per il cliente.

Si potrebbe dire che i sistemi di stampa realmente innovativi semplificano queste “tre” variabili e le fanno diventare due, rendendo la parte di stampa semplice tanto quanto la stampa UV – Solvente – Latex . A questo punto si può parlare di “innovazione”.

2. Tutte le attrezzature di produzione fino a qualche tempo fa utilizzavano solo il metodo di stampa diretto.

Quali sarebbero “tutte queste attrezzature”? È realmente difficile immaginarsi questo enorme mercato della stampa diretta sublimatica, qualche anno fa le stampanti disponibili per la stampa sublimatica erano pochissime e qualche grande operatore è entrato in questo mercato solo nel 2019. E’ vero invece che qualche anno fa vi erano numerosissime attrezzature, a migliaia, Mimaki, Roland, Mutoh, che utilizzavano tutte le stampa indiretta.

3. Il metodo di stampa diretto è utilizzato al 100% per la stampa flag e talvolta per il back-lit, per il resto si preferisce utilizzare la stampa indiretta.

Perché?
Ci sono vari motivi, ma i principali sono la velocità, ma soprattutto la possibilità di evitare l’errore di stampa nella filiera di produzione alla fine del lavoro, portando il rischio di errore più all’inizio possibile;

Bene, almeno sappiamo che per il flag e Back-lit, sempre più utilizzato, non ci sono paragoni possibili tra stampa diretta e indiretta.

Velocità?
Il doppio passaggio è più veloce del singolo passaggio? Come idea è davvero originale, cambia i concetti di spazio-tempo. Fuor di metafora, in realtà il doppio passaggio riduce l’effettiva velocità di stampa di almeno un 40%, senza tenere conto che la prima stampa che si fa sarà l’ultima disponibile e quindi si è obbligati a gestire, rimandare, anticipare le produzioni con evidenti difficoltà e ritardi;

E quando l’errore di stampa, di cromia o qualsiasi altro errore si “scopre” dopo la sublimazione è così facile da risolvere? No bisogna iniziare tutto dall’inizio; E bisogna ricominciare con i tempi di un doppio passaggio. Auguri.

4. Altra problematica della stampa diretta è legata al possibile forte restringimento dei materiali, soprattutto quelli economici.

Certo, ma il problema è identico anche quando si utilizza la sublimazione indiretta, anzi, nella sublimazione indiretta è ancora più fastidioso in quanto il materiale si restringe dopo qualche ora, quando esce dalla calandra è perfetto, dopo qualche ora, a seconda del materiale, si restringe, quindi bisogna aspettare o arieggiare il materiale in modo da permette al tessuto di riadattarsi, una grande aiuto nel rallentare i tempi di confezionamento.

5. Se tutti i maggiori produttori hanno scelto di poter stampare anche in modo indiretto, penso sia un ottimo motivo per pensare che la cosa sia molto importante e non da sottovalutare.

Questo è il vero pensiero degli “innovatori”, quelli che si immaginano un mondo diverso e migliore e cercano di renderlo realtà. Questo è il vero pensiero che farebbe invidia a chi ha coniato il “think out of the box”.

6. La sublimazione è la parte più delicata del processo. Bastano pochi gradi sia di umidità che di temperatura per far virare la cromia della stampa.

Verissimo, questa è la ragione per cui le nostre calandre sono così affidabili e sono coperte da numerosi brevetti.

7. La calandra assicura una sicurezza di risultato, rispetto a qualsiasi attivatore in linea.

Verissimo, infatti ATPColor non utilizza un riattivatore ma una calandra a contatto fatta di vero metallo e come già detto coperta da numerosi brevetti.

8. In particolare il successo di certe calandre è dato proprio dalla sicurezza di non avere differenze di temperature sia in orizzontale che nello sviluppo del rotolo.

Verissimo, vedi punti 6) e 7) sopra.

9. Molti clienti si stanno avvicinando alla stampa sublimatica per la qualità.  La qualità di stampa nella sublimazione è maggiore della stampa Latex e UV.

Questa e la più bella affermazione, peccato che fino all’altro ieri c’era chi diceva che la stampa su tessuto fatta con UV o Latex era paragonabile alla sublimazione.

10) ATPColor produce e vende con successo anche stampanti per carta sublimatica, metodo di sublimazione tradizionale. Perché?

Perché vi sono mercati dove il flusso di produzione rende questa tecnologia preferibile, come principalmente lo sportware o il fashion. Il fatto che ATPColor abbia in portafoglio entrambe le soluzioni dovrebbe rendere le nostre affermazioni leggermente più credibili rispetto a chi vuole argomentare su qualcosa che non conosce, non produce, non vende.

 

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